[8]"Dic igitur", inquit, "quid requiras." "Egone, primum illud, cur, quom istam partem ne egere quidem oratione dixisses, quod esset perspicuum et inter omnis constaret deos esse, de eo ipso tam multa dixeris." "Quia te quoque", inquit, "animadverti, Cotta, saepe, cum in foro diceres, quam plurimis posses argumentis onerare iudicem, si modo eam facultatem tibi daret causa. Atque hoc idem et philosophi faciunt et ego, ut potui, feci. Tu autem quod quaeris, similiter facis, ac si me roges, cur te duobus contuear oculis et non altero coniveam, cum idem uno adsequi possim."
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8. ? Dimmi dunque ci? che desideri sapere ?. ? Che cosa voglio sapere? Spiegami anzitutto perch? hai speso
tante parole per chiarire una verit? tanto evidente a proposito della quale visto che sull'esistenza degli d?i non ci sono
dubbi e sono tutti d'accordo ? tu stesso avevi riconosciuto che non c'era neppure bisogno che se ne parlasse ?.
? Per la stessa ragione per la quale, Cotta, nei tuoi discorsi forensi so che ti sforzi di sommergere il giudice coi
maggior numero di argomenti possibile, per poco che la causa ti fornisca tale opportunit?. E' lo stesso metodo seguito
dai filosofi ed anch'io mi sono sforzato di imitarlo. Facendomi quella domanda ? come se tu mi chiedessi perch? mai tu
guardi con ambedue gli occhi e non ne chiuda uno pur potendo realizzare lo stesso scopo con un occhio solo ?.
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